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'Un posto occupato'. Donne che vivono!



Rometta

Si è tenuto lo scorso 27 Ottobre 2013 presso l'edificio dell'ex carcere di Rometta, da . un'idea nata dalla riflessione di Maria Andaloro, editrice del settimanale online 
www.lagrandetestata.it, che vuole mantenere vivo il ricordo di tutte quelle donne uccise perchè 'amate troppo', da uomini pazzi. L'invito è quello di scrivere sulla parete della stanza il nome di una delle 102 donne uccise durante il 2013. Un numero elevato, assurdo, brutale!

Un posto occupato'. Donne che vivono!

Questo il senso dell'evento . Un'idea nata dalla riflessione di Maria Andaloro, editrice del settimanale onlinewww.lagrandetestata.it, che vuole mantenere vivo il ricordo di tutte quelle donne uccise perchè 'amate troppo', da uomini pazzi. L'invito è quello di scrivere sulla parete della stanza il nome di una delle 102 donne uccise durante il 2013. Un numero elevato, assurdo, brutale!
- RAMONA MONDI' - C'è una borsa su quella sedia, c'è una sciarpa sul sedile del tram che ogni giorno percorre il suo tragitto. Vivo, il tram! A chi appartengono quegli oggetti? Certamente ad una donna. Una donna immobile. Morta, la donna! Ha lasciato però un 'posto occupato'. 
Quello richiesto è un gesto concreto, che mostrerà a tutti il grido di ciascuna donna alla quale un marito, un amante, uno sconosciuto, un ex, hanno negato il dono più bello, la vita. Inoltre, all'interno dell'Officina creativa si potrà visitare una mostra, "Prigionieri per l'arte", alla quale avrebbe dovuto prendere parte in veste di artista, anche una delle 102 donne uccise nell'arco di questo anno. Troverete su di una parete un testo poetico scritto da Wislawa Szymborska, "Ritratto di donna". - Dove è che corre, non sarà stanca? Ma no, solo un poco, molto, non importa. O lo ama o si è intestardita. Nel bene, nel male, e per l'amor del cielo! -
Un evento decisamente importante, che da una scossa a questo grande problema della società, il femminicidio! Dati allarmanti danno la spinta a dire basta e danno il coraggio di urlare oltre le mura domestiche per chiedere aiuto. E noi urliamo con loro, urliamo con e per quelle donne che non sono riuscite ad essere libere!

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