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Milazzo - convegno sul punteruolo rosso




Sicuramente si è detto molto di quello che avremmo voluto sapere sul...punteruolo rosso. nel corso del convegno - dibattito, promosso dall 'Istituto superiore Ferrari - sede di Milazzo - diretto da Rosalia Marullo e il Rotary Club presieduto da Sergio Castellaneta. relatori l'agronomo Pippo Ricciardo, Graziano Corno del Servizio Fitosanitario regionale e Gabriella Lo Verde, del dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali dell'Università di Palermo, svoltosi venerdì 29 novembre, alle 17, nell'aula magna dell'Istituto Agrario di via Due Bagli.

Rimangono gli interrogativi sui rimedi alla devastazione delle palme in Sicilia da parte di questo insetto. 
Le palme in Sicilia sono malate o già morte a migliaia, frequentemente le vediamo ridotte al solo tronco come una inutile e sofferente colonna. Nel migliore dei casi i poderosi rami verdi coesistono con altri definitivamente secchi alla base della chioma.
Il punteruolo rosso appartiene alla famiglia dei “Coleottero Curculionide”. Possiede un capo allungato a forma di proboscide, alla cui estremità si trova la bocca che perfora i tessuti vegetali. Di colore marrone-rossastro con striature nere, raggiunge lunghezze di 19 e 45 mm e larghezze di 11,50 a 15,50 mm. L’insetto è capace di volare, anche se non bene. Si afferma che il punteruolo rosso delle palme (Rhynchophorus ferrugineus) sia giunto in Italia viaggiando all’interno di una palma di Cocco. La sua diffusione è stata radicale, caratterizzata da attacchi mirati in prevalenza alla palma delle Canarie. L’Italia (e soprattutto la Sicilia) non riesce a contrastare il piccolo insetto anche se i mezzi per farlo esistono.Il suo attacco danneggia la palma nei germogli apicali, non rendendola più capace di crescere e produrre nuove foglie. Il coleottero logora anche i tessuti alla base delle foglie facendole seccare progressivamente. Sono già migliaia le palme abbattute sui nostri territori, con conseguente alterazione irreparabile dei paesaggi. Le palme che muoiono sono spesso secolari: se non si fa nulla ne moriranno altre, non morirà l’insetto.
Il rimedio esiste?
Il web impazza di efficacie  soluzioni al problema. In molti promuovono la somministrazione di un trattamento, sia a carattere preventivo per le palme sane, che a carattere terapeutico per infestazione appena iniziata! Se è stato annientato il germoglio centrale della palma, c’è ben poco da fare. Si procede con una endoterapia (cioe iniezioni di prodotti al tronco della pianta), combinata ad irrorazione di antiparassitari sulla chioma, entrambe effettuate ogni 3 o 4 mesi, e per un periodo di 3 / 4 anni. Il tempo e la pazienza sono fondamentali. Dopo mesi si smette di trovare ai piedi della palma i “bozzoli“ delle larve, dopo un anno si vedono germogliare nuove foglie dal centro della chioma. Si stima che in due anni la palma torna ad avere una chioma decente e dopo 3 o 4 anni torna a splendere.
Le terapie sono molte e impossibili da descrivere nel dettaglio. 
Qualcuno (fonte web)  consiglia di somministrare alle palme Abamectina e Azadiractina per endoterapia ogni 6 mesi circa, o di spargere le sostanze nel terreno in modo che vengano assorbite per via radicale.
La natura sta mettendo in scena la metafora del tracollo della Sicilia?
Lo sta facendo con una delle piante che più caratterizzano la nostra isola, la palma. Pianta nobile, imponente, longeva, carica di storia. Esigente quanto resistente, persino ostinata. Ma ormai malata, colpita da alcuni anni da un micidiale parassita, il punteruolo rosso, che – come il cancro con l’uomo – ne distrugge le funzioni vitali.
Le palme della Sicilia dei nostri giorni sono la metafora della nostra isola, della sua sofferenza. Una terra che si spegne, si svuota, perde le sue risorse, produce sempre meno, si impoverisce ogni giorno che passa. Guardando una palma colpita e che non tornerà più verde e rigogliosa, non crescerà più, è inevitabile pensare al destino della Sicilia.
Su tutto incombe,  la durata delle terapie che raggiunge anche i 4 anni. aggiunta  ai   costi di attuazione che non sono affatto bassi e spesso gli enti non hanno i fondi per autorizzarne l’attuazione.La morte di una palma costa comunque, forse di più!
La sua eliminazione e sostituzione costano approssimativamente quanto 10/12 anni di terapie: non sarebbe meglio quindi curarle invece che lasciarle morire lentamente?

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