Passa ai contenuti principali

"L'impatto delle nuove tecnologie sulle famiglie e i giovani"





Catanzaro, 05 Aprile 2014 (Zenit.orgAnna Rotundo | 

"L'impatto delle nuove tecnologie sulle famiglie e i giovani"
Riflessioni a margine di un convegno promosso dal Forum delle Associazioni Familiari della Calabria, svoltosi giovedì 3 aprile 2014 a Catanzaro

              E’ stata considerata “rivoluzionaria”, dalla ruota in poi, ogni invenzione che ha permesso all’umanità di intensificare le comunicazioni e gli scambi: dalla scrittura su papiri alla stampa, dalla ferrovia al telegrafo. Così, è oggi per la moderna rivoluzione di Internet e ciò esprime non solo la rilevanza sociale delle innovazioni, quanto, come evidenzia nei suoi libri padre Antonio Spadaro, la considerazione più importante a loro riguardo: esse rispondono a desideri “antichi” e danno forma a bisogni e valori che sempre l'essere umano ha avuto: relazione, comunicazione, conoscenza, condivisione.
Al di là dei rischi molti rischi, come la dipendenza patologica da Internet, l'uso improprio dei dati o gli abusi sessuali, il cyber bullismo ecc., rischi dai quali quotidianamente le agenzie educative mettono in guardia i ragazzi, la rete offre la possibilità di condividere interessi e aggregarsi ad altre persone con sensibilità e passioni simili, superando con la velocità di un click i confini spaziali e geografici. Gli strumenti messi a disposizione dalla Rete permettono ai giovani di rimanere in contatto con gli amici di tutti i giorni, mantenere le amicizie nel tempo o farne di nuove. Tramite Internet i ragazzi sperimentano molteplici e infinite identità, con passaggi continui tra mondi virtuali e reali. Grazie alla rete, possono approfondire e conoscere meglio argomenti, temi e fenomeni del nostro mondo e del passato, con una velocità di risposta che nessuna enciclopedia è in grado di fornire. Sono quindi assolutamente convinta che arginare la diffusione di Internet tra i giovani è non solo praticamente impossibile, ma neanche giusto; internet è ormai parte costituiva dell’identità sociale e personale dei ragazzi: i ragazzi che non hanno la connessione in casa o ne sono privati per punizione, soffrono di tale privazione e si sentono lesi nei loro diritti perché: “se non sei collegato, sei tagliato fuori”.
Piuttosto, invece, per genitori ed educatori credo e auspico che si operi negli attuali scenari mediatici utilizzando le nuove tecnologie e i media come “ponte formativo”, capaci di attirare l’attenzione e intercettando le domande di senso più o meno implicite che i ragazzi inconsapevolmente portano con sé. Questo, però, con la finalità prioritaria dieducare, trasmettendo visioni della vita, narrazioni, assetti valoriali e di significato, riflessioni di senso.In ambito familiare e scolastico, quindi, con una vera e propria “alleanza” tra genitori, insegnanti e figli, quella che ormai è definita “la media education”, potrebbe rappresentare un’ottima strategia educativa e relazionale con una duplice ottica: la prima tesa a svelare e denunciare contenuti pericolosi, e la seconda tesa a “inculturare” e valorizzare la tecnologia e ciò che può offrire al bello, al buono e al vero della vita familiare e sociale.
Operando da anni nella scuola, io colgo nei giovani perennemente “connessi” la ricerca di un senso più profondo che come insegnante cerco di dare alle loro relazioni virtuali: c’è una grande solitudine e un disperato bisogno di contesti educativi , in primis la famiglia, in cui ricevere riconoscimento, sostegno e accompagnamento. Chi darà risposta alle domande dei nostri “nativi digitali”: “chi sono? da dove vengo? conto qualcosa? che sarà di me?”? Ebbene, se certamente la dimensione esistenziale, antropologica e cognitiva è qualcosa che va oltre qualsiasi “notizia” frammentata o “mi piace” trovati sulla home di facebook, credo che si possano però “sfruttare” le nuove tecnologie e i social network come “ponte formativo” in grado di catturare l’attenzione, intercettando e facendo emergere le domande pedagogiche implicite che i ragazzi inconsapevolmente portano con sé, pertrasmettere una visione della vita, per dare criteri di senso per le scelte. Questo richiede agli adulti una capacità innanzitutto di stare con i figli, di essere-per e di essere-con, di entrarci in relazione, di essere significativi ed anche affascinanti.
Auspico una famiglia e una scuola che abbiano tante “connessioni”, le quali sfociano però in vere “relazioni”: che portino i nostri figli, ad esempio, a contatto con gli oratori, con pratiche di volontariato, che tanta soddisfazione regalano, così come ad un impegno nell’associazionismo cattolico fatto di socialità autentica, con appartenenze e frequentazioni identitarie e valoriali, perché le identità virtuali siano anche vere e reali, per offrire un largo orizzonte di senso alle nostre vite. Perché, per dirla con Giorgio La Pira, “I giovani sono come come le rondini: sentono il tempo, sentono la stagione: quando viene la primavera essi si muovono ordinatamente, sospinti da un invincibile istinto vitale - che indica loro la rotta e i porti! - verso la terra ove la primavera è in fiore!”
Anna Rotundo (Catanzaro) è responsabile ufficio stampa Movimento Cristiano Lavoratori Calabria, aderente al Forum delle Associazioni Familiari.

E’ laureata in scienza religiose: insegna religione nelle scuole secondarie, è componente del comitato di redazione del giornale diocesano "Comunità Nuova" e di diverse altre riviste. Si occupa, tra l'altro, di cultura, diritti umani e diritti delle donne, temi intorno ai quali conduce un programma televisivo su “RTC Donna”.
(05 Aprile 2014) © Innovative Media Inc.


Commenti

Post popolari in questo blog

Milazzo: Costruire la pace, incontro nel Salone Parrocchiale del Duomo

Sabato 28 maggio 2022, nel Salone Parrocchiale del Duomo di Milazzo, si è svolto il convegno sul tema “ Il coraggio di costruire la pace”, introdotto con il saluto e le preghiere di ingresso del Rev.mo Arciprete Don Franco Farsaci, che ha sottolineato l’ interesse e l’opera della Chiesa di Milazzo per la costruzione della Pace. Le motivazioni del convegno sono state illustrate dal dott. Andrea Nastasi , responsabile locale del Centro Internazionale Studi Luigi Sturzo e dal moderatore rag. Stefano Merino , responsabile locale della Fondazione Giorgio La Pira. Entrambi si sono soffermati sul valore e sulla necessità della preghiera rivolta alla memoria dei due Venerabili Don Luigi Sturzo e Giorgio La Pira , due Operatori di Pace , affinché intercedano per la pace e la fine di questa inutile e sciagurata guerra che sta insanguinando e distruggendo l’Ucraina. Gli altri due oratori, Attilio Andriolo, presidente dell’ Associazione Teseo di Milazzo , e Riccardo Tringali, presidente dell’ Asso...

Beato. Antonio Franco, il "San Francesco" di Santa Lucia del Mela

lunedì 1 settembre 2014 Fonte Blog del Mela 15 Settembre 2013. Il corpo del Beato ritorna a Santa Lucia del Mela dopo il rito di Beatificazione nella Cattedrale di Messina, celebrato giorno 2. Il Beato Antonio Franco, un pastore moderno. Lottò contro le ingiustizie e gli usurai, a fianco dei poveri e dei perseguitati, contro il clero corrotto e i soprusi dei nobili e dei potenti, confortando i malati e facendosi ultimo tra gli ultimi. È invocato per la sua fama di santità e il suo corpo incorrotto è venerato da quasi quattro secoli nella Basilica Concattedrale dell’Arcidiocesi di Messina, Lipari, Santa Lucia del Mela, che, il 2 settembre di un anno fa, ha reso ufficiale il titolo di Beato con cui i suoi devoti da sempre lo invocano. 

Riprendiamoci la domenica giorno della festa, del riposo. Giorno del Signore

Contrari alla mercificazione di questo giorno e dei valori che rappresenta, che non possono essere sacrificati alle ragioni dell’economia e del profitto. come ha sempre affermato Carlo Costalli, presidente del Movimento Cristiano Lavoratori. Già nel 2003, l' Mcl era stata precursore promuovando una petizione intitolata ‘La domenica è festa’ raccogliendo ben 386mila firme. La liberalizzazione nelle aperture delle attività commerciali, introdotta dal decreto Salva Italia del governo Monti, non ha portato alcun vantaggio sul fronte dei consumi né su quello dell’occupazione, togliendo, invece, tempo al riposo, alla famiglia e alla cura dello spirito. Deve , secondo tanti essere restituito il valore della domenica che è il giorno dedicato al Signore ma anche il giorno dedicato all’uomo, uno spazio in cui coltivare quelle relazioni umane e quelle dimensioni della vita che non ubbidiscono alle logiche del produrre e del consumare. Le firme raccolte nella campagna 'Libera la domenica...