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LA GIORNATA DELLA PREGHIERA DEDICATA AI MARTIRI E AI CRISTIANI PERSEGUITATI NEL MONDO.


Succede ad uomini, donne e bambini: morire perché credono in Cristo. Sono famiglie keniote, irachene, nigeriane, siriane, pachistane che vengono violentate dai terroristi islamici perché sono cristiane; sono missionari, sacerdoti e volontari che operano in paesi poveri. A questi testimoni di Cristo oggi è stata dedicata una Giornata di Preghiera, organizzata dai vescovi d'Italia.
Proprio nel giorno in cui nel 1980 Oscar Arnulfo Romero venne ucciso, si celebra la Giornata di preghiera e digiuno in memoria dei missionari martiri.
Romero, arcivescovo di San Salvador capitale di El Salvador, a causa del suo impegno nel denunciare le violenze della dittatura militare del suo paese, fu ucciso da un cecchino mentre stava celebrando la messa. Verrà beatificato il prossimo 23 maggio.
Secondo i dati in possesso dell’Agenzia Fides, nel decennio 1980-1989 hanno perso la vita in modo violento 115 missionari. Il quadro riassuntivo degli anni 1990-2000 presenta un totale di 604 missionari uccisi. Il numero risulta sensibilmente più elevato rispetto al decennio precedente soprattutto in conseguenza del genocidio del Rwanda , che ha provocato almeno 248 vittime tra il personale ecclesiastico. Negli anni 2001-2014 il totale degli operatori pastorali uccisi è stato di 343 persone. Nell’anno 2014 sono stati uccisi 26 operatori pastorali: 17 sacerdoti, 1 religioso, 6 religiose, 1 seminarista, 1 laico.
Ma quanti sono i cristiani perseguitati nel mondo? E dove?
Attualmente sarebbero circa150 milioni. Dalla Somalia al Pakistan, trucidati per non tradire la fede in Cristo. Le violenze maggiori avvengono nei paesi islamici.
C’è una lista dell’orrore, un elenco dei primi 50 paesi al mondo dove i cristiani vengono oppressi, uccisi, cacciati. Della World Watch List 2015, pubblicata dall’organizzazione americana protestante Open Doors, che ha preso in esame il periodo che va dal 1° novembre 2013 al 31 ottobre 2014, fanno ormai parte non solo la Siria dove spadroneggiano i tagliagole dell’Isis, la Nigeria dei massacratori di Boko Haram e l’Iraq, ma anche alcune new entry come Messico, Turchia e Azerbaijan. Inoltre fra i primi dieci stati dove i cristiani vengono sopraffatti, entrano per la prima volta, oltre alla stessa Nigeria, altre due nazioni africane: Sudan ed Eritrea. L’Africa ha fatto registrare la più rapida crescita di persecuzione, mentre in Medio Oriente si sta verificando un gigantesco esodo dei seguaci di Cristo.

Scrive Luca Rocca su Il Tempo: “Sono tanti, troppi, i paesi dove i cristiani hanno subìto violenza, i primi sono a maggioranza islamica: Somalia, Iraq, Siria, Afghanistan, Sudan, Iran, Pakistan, Eritrea, Egitto, Nigeria e infine il Brunei. La stima diffusa da Open Doors mette i brividi. Nell’arco di tempo analizzato i cristiani uccisi per la loro fede sono stati 4.344, mentre le chiese attaccate, bruciate, distrutte, risultano almeno 1.062 (in Niger, dopo la pubblicazione delle vignette di Charlie Hebdo, i musulmani si sono scatenati proprio dando fuoco a 7 chiese). Secondo Open Doors ‘se il 2014 sarà ricordato nella storia per aver avuto il più alto livello di persecuzione dei cristiani nell’era moderna, il peggio deve ancora venire’. Il paese che per il 13esimo anno consecutivo mantiene il primato nella persecuzione dei cristiani è la dittatoriale Corea del Nord, che nelle prigioni ha fra i 50 e i 70mila cristiani”.
Il numero di cristiani torturati, stuprati e imprigionati, è di 100 milioni, ma alcuni studiosi francesi, guidati dal giornalista Samuel Lieven, nel Libro nero della condizione dei cristiani nel mondo, scrivono che la cifra reale è di 150 milioni. Nello stesso testo viene riportato che l’80 per cento degli atti di persecuzione religiosa è orientato contro i cristiani. Inoltre, secondo il Center for the Study of Global Christianity ogni anno vengono uccisi 100mila cristiani. Cinque al minuto. Open Doors scrive anche che in 40 dei 50 paesi presi in esame, la fonte primaria di persecuzione è il fondamentalismo islamico. Più del 70 per cento dei cristiani è fuggito via dall’Iraq dal 2003. In Siria 700mila dal 2011 sono stati costretti ad abbandonare casa dall’inizio della guerra civile. Anche in Pakistan e Afghanistan, la “caccia al cristiano” è in crescita.
Così, ogni anno tante le iniziative svolte in tantissime parrocchie, rappresentano un sentito gesto di preghiera ed espressione di solidarietà e vicinanza ai numerosi "martiri" che hanno perso la loro vita pur di non rinnegare la fede in cui credevano.

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