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Le donne paladine della vita. pandemia e guerra. Il mondo visto, l’8 marzo, dalle donne




di Elvira Frojo | 01/03/2022 -

In questo difficile contesto, la data dell’8 marzo, “Giornata internazionale della donna”, simbolo delle conquiste sociali e politiche femminili ma anche delle discriminazioni e delle violenze, è un’occasione per interrogarsi sul mondo visto, oggi, dalle donne.

Colore e profumo delle mimose possono testimoniare un futuro diverso e migliore? 
È una riflessione difficile, nel calendario 2022.
L’augurio per la società è che la mimosa del 2022 possa diffondere il proprio profumo e far immaginare, non solo l’8 marzo, un domani davvero diverso. Insieme, uomini e donne. In un sogno che non vuole fare a meno dell’altra metà del cielo. Gli auguri a tutte le donne del mondo
L’Italia della rinascita. Il virus si allontana sempre più ma non sparisce. E cede il passo alle cupe ombre della crisi russa-ucraina.

L’Europa guidata da tre donne, Ursula von der Leyen, Christina Lagarde e Roberta Matsola è compatta nella difesa di valori umani, politici, istituzionali. In un teatro di guerra attualmente instabile e imprevedibile che evidenzia la vulnerabilità degli equilibri globali.

Sgomento, paura, angoscia ma anche forza e capacità di resilienza sono nei volti delle donne, in fuga da città spettrali e con i propri figli sotto una terra che trema. Resistono. E l’immagine di un bimbo nato in un rifugio è il miracolo e la speranza che commuove il mondo. Come già per la bimba afghana, messa alla luce nel cielo di Kabul in aereo, alla ricerca di sconosciute mete di salvezza.

Monumenti illuminati, fiaccolate, digiuni, sostegni, accoglienza sono la risposta di solidarietà del popolo europeo unito mentre la diplomazia cerca un difficile dialogo nei negoziati. L’appello alla pace di papa Francesco attraversa il mondo. “Si costruisce a cominciare dal linguaggio”. “Ogni cambiamento fecondo, positivo deve cominciare da noi stessi, altrimenti non ci sarà cambiamento”, ha sottolineato ancora il Pontefice.

Nell’Italia che riparte, dunque, dramma, paura e incertezze. Siamo pronti ad immaginare il domani con fiducia?
L’economia italiana, dicono i dati, è in ripresa, con una crescita del Pil del 6,5% nel 2021 e una previsione di incremento del 4%, per il 2022. L’occupazione è in aumento, secondo l’Istat, con un ritorno al tasso del 59% del precedente febbraio, e registra l’elemento più significativo per le donne (50,5%), dato più alto nella storia del Paese.

Si allentano le maglie delle restrizioni per i viaggi da e per l’estero ma, secondo l’Organizzazione mondiale del turismo, non si tornerà ai livelli pre-pandemia prima del 2024 (inferiore, nel 2021, del 72% ai livelli del 2019).
Ma ora, dopo la pandemia, pesa il grave impatto della guerra, con ricadute sull’energia e le materie prime.

Il governo va avanti nell’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Per un processo riformatore che deve confrontare economia e sviluppo con nuovi paradigmi, sentimenti, valori e principi dell’agire.

Rafforzata, nella carta costituzionale, la tutela dell’ambiente, diritto e società si confrontano su temi non solo tecnici e giuridici ma, soprattutto, su questioni etiche e di coscienza che alimentano polemiche e dibattiti.

Disagi e sofferenze degli ultimi due anni hanno modificato contesti e comportamenti, socialità e relazioni. Accanto a difficoltà economiche e sociali, la stanchezza psicofisica, la “sindrome del corpo triste”, è un nuovo malessere. Nei giovani, l’identità smarrita potenzia aggressività, bullismo e violenza.

Solitudini e fragilità ancora vive nella mente e nel cuore ricercano ottimismo, volontà e determinazione alimentate dal conforto di emozioni e sentimenti più profondi. Un “passaggio segreto” per attraversare l’attuale territorio e ritrovare, al di là del fossato, desideri e fiducia nel calore di abbracci mancati, sguardi e sorrisi non più celati.
È tempo di cambiamento. Ancora una volta, sono le donne protagoniste della rinascita.

Una sfida per la democrazia, la parità di genere. Priorità assoluta dell’azione di governo del Presidente del Consiglio Mario Draghi, contro pregiudizi e stereotipi. Interventi su formazione, sostegno della natalità, per l’imprenditoria femminile, l’occupazione e la parità salariale.

Donne e scienza un binomio vincente. Tra gli obiettivi del governo, elevare almeno al 35% la percentuale di studentesse nelle discipline scientifiche, scelte, oggi, solo da una ragazza su cinque. Un divario e uno stereotipo da superare, mentre Fabiola Gianotti è direttrice del Cern e Maria Chiara Carrozza è presidente del Cnr, prima donna nella storia dell’istituzione.

Una ricerca di dignità umana, per la società. In una visione che valorizza le specificità e recupera nel linguaggio del sentire il fattore vincente che unisce.

“Dignità è impedire la violenza sulle donne, profonda, inaccettabile piaga che deve essere contrastata con vigore e sanata con la forza della cultura, dell’educazione, dell’esempio”. “Dignità è non dover essere costrette a scegliere tra lavoro e maternità”, è il monito del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Donne leader, famose e non, e ogni singola donna nel proprio contesto sociale e familiare ne sono testimoni. Unite da competenza, coraggio, passione, pazienza, accomunate da una “visione” del domani nutrita dal cuore.

Interpreti, nel mondo del lavoro, di una leadership “gentile” fatta di empatia, accoglienza, ascolto, lungimiranza. E’ l’orizzonte in cui il benessere individuale si interseca con quello collettivo.

È il mondo visto dalle donne “capaci di guardare con il cuore e di tenere insieme i sogni e la concretezza. Da madri sanno custodire, sanno tenere insieme i fili della vita”, come affermato da Papa Francesco, in una sintesi perfetta del valore dello speciale contributo femminile nella società e in ruoli di responsabilità.

A passo veloce e con consapevolezza, le donne italiane procedono, a tutto campo, nel difficile cammino formale e culturale per la non discriminazione.

Tra gli ultimi baluardi, l’attribuzione del cognome della madre, e non solo del padre, è il tassello per ribadire il diritto alla propria identità, in un percorso di parità di genere.
Messaggi forti vengono dal mondo giovanile.

“No al silenzio!” è il messaggio di una scuola cosentina occupata “per molestie”, tuttora al vaglio della magistratura. E’ il “me too” per sessismo e violenza, più drammatici se vissuti in una comunità formativa. Uno strappo coraggioso da parte di ragazze sostenute da coetanei. È una condivisione che fa ben sperare in una reale trasformazione della società.


È la riflessione universale dell’8 marzo. Un’intima consapevolezza che non può che riguardare tutti. Un cammino di crescita, sensibilità e condivisione che non è solo “al femminile”. È il messaggio rivoluzionario dell’amore rigenerativo, energia e pienezza della condizione umana.

È il tempo del cuore. Al centro del sentire e dell’agire, come ricorda Papa Francesco, in una visione non solo religiosa, il rispetto della donna madre e compagna e il suo insostituibile valore. La donna “fonte di vita” che, con il suo abbraccio, conforta e, con la sua carezza, trasforma il mondo.

È la difficile sfida del post pandemia. Della mente, dell’anima, del cuore. Per accogliere una nuova forza interiore e scoprire, nella vulnerabilità, l’occasione di un reale rinnovamento.

Un antico detto cinese ricorda che “le donne possono reggere metà del cielo”. Ma la realtà è ancora ben diversa.
“La donna uscì dalla costola dell’uomo, non dai piedi per essere calpestata, non dalla testa per essere superiore ma dal lato, per essere uguale, sotto il braccio per essere protetta, accanto al cuore per essere amata”, ha detto William Shakespeare.

Un recupero del passato o uno sguardo per il futuro?

L’augurio per la società è che la mimosa del 2022 possa diffondere il proprio profumo e far immaginare, non solo l’8 marzo, un domani davvero diverso. Insieme, uomini e donne. In un sogno che non vuole fare a meno dell’altra metà del cielo. Auguri a tutte le donne del mondo!

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