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LE ORIGINI DELLA FESTA DEL COUS COUS DI SAN VITO LO CAPO


In Tunisia, in un luogo chiamato la “Piccola Trapani”, vivevano circa 5 mila trapanesi.
San Vito Lo Capo
tra leggenda , storia e tradizione

E’ stato lì che i siciliani hanno conosciuto il cous cous ed hanno apprezzato quella tradizione culinaria.Man mano che sono passati gli anni il prodotto tanto decantato è stato importato in Sicilia ed è diventato una pietanza tipica, specialmente, del trapanese.Inizialmente, a tale proposito, proprio a San Vito Lo Capo saltuariamente si organizzavano delle sagre, che sono diventate poi delle manifestazioni annuali.

Le origini di San Vito Lo Capo sono legate ad un' antica leggenda in cui si narrano le vicissitudini di un giovane patrizio romano, figlio di un alto funzionario dell'antica Roma.
Un giorno il giovane, per sfuggire alle persecuzioni di Diocleziano, decide di fuggire da Mazzara, sua città natale, insieme alla nutrice Crescenzia e all'istitutore Modesto che lo avevano convertito al cristianesimo.

Dopo alcuni giorni di navigazione verso nord, una tempesta costrinse la nave di Vito ad approdare in un golfo protetto dal vento da un capo roccioso ben conosciuto dai naviganti del tempo (Egitarso o Egitallo il suo nome) e qui i tre avrebbero cercato di convertire gli abitanti del villaggio Conturrana, che sorgeva a circa tre chilometri dal mare, sotto un'alta rocca.
Vito, Modesto e Crescenzia non riuscirono a convertire alla loro fede gli abitanti del villaggio, e anzi da questi furono scacciati e minacciati.
Fu allora che, come una punizione divina, giunse un' enorme frana a seppellire il villaggio ed i suoi abitanti. 

Giungendo in auto a San Vito Lo Capo si può, ancora oggi, scorgere un'ampia zona franosa riconducibile a quegli eventi, chiamata Contrada Valanga e a poche centinaia di metri una Cappella dedicata a Santa Crescenzia, costruita dagli ericini nel XVI secolo.
Il passaggio di Vito e Crescenzia provocò comunque grande emozione tra le genti della zona, e intorno al 300 (Vito morì nel 299 a 22 anni) venne costruita la prima cappella a lui dedicata.

Nei secoli la cappella subì diversi interventi, venne ingrandita e abbellita, anche perché erano sempre più numerosi i pellegrini che venivano qui per venerare il Santo Martire. Tutto intorno ad essa ancora non esisteva nulla, e i pellegrini erano costretti a dormire nelle tende o all'addiaccio. 
La fabbrica primitiva, che poi avrebbe lasciato il posto all'attuale santuario, nacque attorno alla chiesa come fortezza - alloggio per dare ospitalità ai pellegrini e per difenderli dai banditi e dai corsari barbareschi. 
Tale realizzazione risale alla fine del 1.400, e si deve anche questa alla fede (e alle finanze) degli ericini.
La torre quadrata della chiesa - santuario - fortezza venne realizzata circa 150 anni dopo, intorno al 1600.
La fortezza disponeva di eleganti alloggi per i nobili e modeste stanze per la povera gente, di stalle e perfino di un pozzo detto "di Santo Vito".
La fama della chiesa e dei miracoli accreditati al Martire San Vito e alla Santa Crescenzia, le punizioni "divine" (tempeste, naufragi) che colpirono diversi corsari che avevano avuto l'ardire di saccheggiare la chiesa e rapinare i fedeli, richiamavano sempre più gente attorno al santuario, e così all'inizio del 1700 furono costruite le prime case a ridosso dell'edificio. 
E' probabile che dapprima si trattasse solo di capanne per i fedeli in transito, poi qualche famiglia decise di fermarsi, magari per offrire - dietro compenso - vitto e alloggio ai pellegrini; alla fine del '700 attorno alla chiesa esisteva già un piccolo nucleo di abitazioni.
Nasceva così il paese, ma dovevano passare ancora molti decenni perché San Vito Lo Capo e le sue contrade divenissero nuclei abitati nel vero senso della parola.
Oggi fanno parte dello stesso comune le frazioni di Macari e Castelluzzo immerse nella verde campagna siciliana e vicinissime ad uno dei tratti più belli della costa trapanese.

Da diciotto anni la manifestazione si è trasformata in ”Cus Cus Fest” ed è diventata un appuntamento importantissimo che coinvolge numerosi Paesi quali il Brasile, gli Stati Uniti, le Mauritius, oltre quelli del Mediterraneo, coinvolti nel premio al piatto vincente alla fine della gara gastronomica.
La kermesse, che inizia oggi e si chiude il 27/09/2015, intende riaffermare, nell’intenzione degli organizzatori, l’idea del cous cous come piatto di pace e di unione tra i popoli e ribadire l’alto valore culturale, turistico, gastronomico ed economico.
A conferma di quanto sopra si verifica annualmente una presenza di più di 250.000 persone ed un incasso, derivante dalle degustazioni, di circa 600.000 euro.

Fonte Web

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