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le poesie di Rocco Amato




A mio padre
Come una cometa che lascia una traccia indelebile e infonde la luce nel pascolo dell’amore,così ti vedo, oh padre!Amore dentro di te,nel modo di essere nel giusto,di resistere al male che ci circonda e assilla.Con una grande generosità e umiltà,hai percorso la strada della fatica,infondendo il rispetto e i valori più veri.Odo ancora il profumo del grano,emanato dai tuoi panni candidi, tra il rumore delle macine di un vecchio mulino,che andava a rilento,scandendo il ritmo della vita.E ritorno a ritroso nel tempo,quando fanciullo, brillava in me un’infanzia di spensieratezza,velata però da un triste presagio. Ero sempre nel tuo pensiero e il tuo sguardo, amorevole,mi vegliava senza riposo,dandomi la forza e il sollievo,destando in me la voglia di cercare il per corso verso la speranza di mete migliori.



Insieme
Spira, stanco il vento, dello Spirito,e lambendo, mesto la realtà,ammantata di lunghe ombre oscure,tutto il Bene e il Male dell’afflitta Terra…Percorriamo insieme i sentieri dell’incertezza,per placare l’ira del Male angosciante ,cercando l’amore, la vita e la gioia,approdi sicuri d’un mondo più giusto.Noi solitarie Stelle, pellegrine dell’esistenza,tendiamo la mano alla luce dei nostri sogni,stringiamoci attorno al respiro del mondo,in un unico afflato, che ci unisca per sempre .


Segreti


Dominano avidi di silenzio i miei segreti,generando pensieri chiusi dal limite invalicabile dell’inconscio.Dominano seppur nella luce del giorno,il fragor della vita ne attenua la stridula voce.Di notte di contra al chiaror della luna il genio ribelle innalza il suo grido che inonda il mio animo,affogando il mio io.

Verità nascostaAscolta il fragore dei tuoniche irrompono sulla nuda terrairta di odio e sofferenze,sgorgate da menti annebbiateda una lucida follia.Vivere nel glaciale silenzioil supplizio di una verità nascosta,logora nel tempoil valore affermatoda un’etica senza perdono.Ascolta la tua voce,che ti dà la forza di sopportarequello che non puoi cambiaree la saggezza di superarequella linea sottile,tesa sull’orlo del precipizionell’angusta frontieradel bene e del male.



Le ragioni del cuore
Sotto un cielo annebbiatoaccendo il lume dei pensieri,che mi trascinano lontano,nell’ignoto mondo della miseria.Osservo con tenerezza immanela dura vita di quell’esile creatura,fragile, oppressa dalla sofferenza,dal peso degli affanni,abbandonata in quell’angolosotto un’oscillante lanterna,mendicando sogni e amore,tra i colori del nulla.Trapassata dal suo incanto,senza sorrisi,intrisa di ombre e solitudineguardava con le mani tremolantiquel cielo terso,sfiorito dal volo degli angeli,che ne abbracciavano lo spiritoin una stretta d’amoree la speranza si posò su di lei,lievemente accarezzando, pietosa,l’invisibile anima.Il silenzio nel cuore Quell’esile vagito irrompe nella stanza,e la vita cancella ogni affanno,la realtà che si copre d’incanto…Un prodigio che investe ogni cuore.L’innocenza di bimba si specchiasu un volto di madree il silenzio degli occhi,bagnati di pianto,lascia il posto al sorriso più dolce…Tutto quanto ormai è mutatoin un vortice di gioia,in un amore così grande,che illumina la vita.Cresci, fanciulla, cresci!Corri verso un mondo meraviglioso,percorri i sentieri dei desideri,gioca sull’erba intrisa di rugiada,e sfuggi la polvere dell’incertezza,che ne ostacola il cammino…Respira la forza dell’amore,nùtriti della luce degli astri,ascolta le onde del mare,che ti cullano,portandoti verso isole di sogno.Osserva la falce di luna,che illumina il profondo delle tue notti,guidandoti al Sole del nuovo mattino.

Dimensioni dell’anima
Odo il sospiraredell’Immortal Natura,fonte di mirabile energia,ove scorre lieto,tra gli odorosi sentieri,l’ululato del vento,che spira tra i monti,sperduti nell’infinito incanto.Vivi e gioisci del giardinosegreto del Creato,che rende all’animala dimensione dell’Assoluto,impulso alla vitalungo il lieve confine,ove l’ombra cupa si mutain luce e toni,visione oniricadell’unica realtà possibile.


Sposi
Eterea in una nuvola di velo biancosei apparsa sul sagrato della Chiesa,gli occhi ridenti di gioventù,ma umidi di commozione,lasciavano permearegioia per le lusinghe delle belle ore futuree tristezza per il passato ormai alle spalle.Ma tosto all’udir della soave Ave Maria,in un’aura di fervente amore,i pensieri dolci e amari, placatisi,hanno ceduto il passo alla gaiezza piena,e, mentre il tuo viso si stagliava contro l’altaredi rutilanti colori acceso, hai detto sì.Sì, per l’amore.Tra carezze e baci,in un crescendo di dolce passione,mai paghi l’una dell’altro.Sì, per la vita.Vivere insieme attimo per attimoe superare le incertezze del futuro,sorreggendo in due la catena della vitatroppo pesante per essere portata da soli.Orsù il futuro è lontano,solo alla gaiezza dell’oggi pensiamo,pertanto alla gioia per ora vi esorto,poiché un segnale di vita io vi porto.Alle suddette righemi sembra giusta cosaaggiunger per congedo, come chiosa,un’ultima e augural rima giocosa:io faccio a questi sposi, tre perle, fiori e gigli,l’augurio più affettuoso di numerosi figli.

Melania
Melania,ieri erano giochi di bimba,corse gioiose sulla sabbia.Ora, sono passi di donna,versi di luce, non rimeracchiuse in polverosi libri.Orizzonti di fuocosu spiagge di sognotra cielo e mare.Filamenti del temposi ricompongonotra le pause degli anni.La tua età si schiudecome un fioree i petali d’orogermoglieranno rigogliosi e fortinegli anni che verranno.Fanciulla, godi questo tempo con gioia,ruba l’arcobaleno con i suoi colorie la luna ti sarà sempre amica,in quest’isola di eterna primavera.

La cruna nell’ago
I tuoi pensieri di casta fanciullaaleggiano tra i montie si perdononelle alte quote della memoria,cercando nell’anima,la forza di un desiderio mai realizzato.La vita è come un esile filo che passa lento attraverso la cruna dell’ago,consumandosi nella gioia e nel dolore.
Il tempo meditai suoi celati giorni e ti accompagna alla scoperta di nuove emozioni,riflessi dorati intravisti al chiaror dei tuoi sogni.Odi, nel respiro del creato,il fievole soffioche ti spinge all’amore,mentre intorno a te il silenzio ancestralesi muta in suoni e colori,inondandoti del profumo della vita.L’altra metà del cieloArmonie di suoni soffusinelle calde sere d’agosto,note alternatedagli allegri schiamazziche provengonoda lontane balere.Quante volte ascoltaiquel fragoreforiero dell’anima mia,illusione irraggiungibiledelle cose perdute e ritrovate,meta agognantedel desiderio più effimero.Vorrei che discendesse il silenzionelle feconde notti d’agosto,che la quiete vegliassesul mio placido sguardorivolto verso l’altra metàdel cielo trapunto di stelle.La luce dopo l’ombra,la gioia dopo il dolore,flebile confine,figli di sentimenti ormai sopitinelle lontane maree.

L’innocenza in un sorriso a Simone
So da dove vieni,mio piccolo fiore di primavera!
Giunto da un paese incantato,dove le lucciole emanano un tenue chiarore che rischiara le cose di una luce irreale e i fiori aprono le loro corolle al tiepido sole del mattino.
So da dove viene quel tuo dolce sorriso di bimbo,che si schiude sulle tue labbra, segno di speranza e di serenità.Tu sei nel cuore di mamma e papà tacito dono di amore e di grande bontà.
Una vita Esaudito sarà il tuo sogno di un amore già sbocciato. Nel tuo grembo già bisbiglia una voce di fanciullo,come il seme tra le zolle che germoglia al primo sole.

Inno alla vita


Passano i giorni passano gli anni.Ecco la vita è un dono per te.Fermare il tempo è utopia,guardare avanti solo poesia.Gioia e dolore la vita ti dà e solo segno di grande viltà.Non tristezza ma solo allegria per questo mondo ricco di magia.Tra fantasia e realtà questa è la vita che se ne và.Tutto promette con lealtà e tutto toglie senza pietà.

Gli alberi della vita
Erano gli alberi della vita, testimoni dei miei ricordi, estirpati da mani senza scrupoli,cancellando i sogni che seguivano l’incertezza dell’esistenza.Udivo l’agonia e il lamentarsi,mentre tagliavano gli arti.Erano lì, sempre,d’innanzi al mio sguardo,ed io crescevo con loro,felice di poterli toccare:a breve distanza da quel limiteche seguiva l’immensa distesa verde,confondendosi con la luce nel soleche si struggeva tra i folti rami,accarezzati dalla brezza marina.Camminavo, sognandoli,in quello spazio senza confine,mi vidi bambino a giocare all’ombradelle alte chiome, là… dove mi accorsiche la vita, mi sfuggiva inesorabile.


Desiderio di vivere
Una sera d’invernol’aere era cupa e freddail vento turbinososfiorava l’irte fogliee il fruscìo della pioggiasentii batterenel sommo della mia dimora.Sto in una stanza chiusanel profondo delle tenebre,seduto immobilecon le mie sofferenze.Accanto una candelinache arde lentamente, nel silenzioil ticchettare della svegliacome un battito del cuore.Nella notte mi assopiscoin un sogno profondoe come per magia mi ritrovoa correre tra i campi sterminati.Il sole si era levato dietrole cime del monte,il cielo intorno cominciavaa tingersi di color azzurro.L’alba avanzaed il sole emana i suoi raggisu distesi campi di granoche oscillano dolcementeal soffiar del vento.Gli uccelli cinguettanotra i fiori nel mio giardinoche emana un profumodi zagare e ginestre.Io ritrovoin tutto questo vigoreuna nuova gioiain una vita migliore,per continuare a viveresopra un’altalena di sogni.

Frenesia d’estate
Ti ho visto fremente scivolarenel fascio luminoso,prima del tramontoe poi scomparirelà dove corre la mia anima,oltre lo spazio lineare dell’orizzonte.Ti ho visto tra il grano, messe di spighe,ondeggiante al primo soffio del vento,e luccicante al sole del giugno odoroso.A sera la tua immagine si struggevanel buio della nottee le tacite stellescendevano sul campo volteggiandocome note danzanti tra le spighe di grano.Ombre! Lamenti delle notti!Voi rivivete languide nei miei sogni,desideri del giorno,che si mutano in immagini inebrianti,ma si spengono, diradandosiai primi bagliori dell’alba,mentre tutto muore,dentro la luce del giorno.


Il mare
Possa io udir il suo richiamo ed esultar bramando al suo respiro.L’odor di salmastro il cor mi desta e per l’aer s’effonde.Tu fosti l’incanto dei miei giovani anni,di quel sogno antico di pirati e galeoniche navigavano verso la rotta con le vele al vento spiegate.Lieto lo sguardo mio a mirar s’appresta di quel maestoso ceruleo mare,che esuberante, discende disteso,come un’ombra che egli ha reso e tanta luce, che opalescente traspare nel l’infinita volta celeste.Quel tramonto lambisce,all’orizzonte si distrugge nel silenzio dentro la sera.
Lenta agonia dei pescatori che all’ultimo colpo di remo approdano sulla muta spiaggia ha fine, lasciando qua e là una scia di luce di lampare ondeggiar sull’acque ombrose.La luna festosa emana il suo  rifulgente chiaror nel firmamento e illumina la via degli operosi uomini.E tutto si ripete, in un’ apoteosi di luce e di colori come il fremito gioioso della vita.Il silenzio avvolge il mistero,mentre lontano appare il sereno ed io affondo i miei pensieri più cupi nella profondità degli abissi marini.

Angonia
Al Rais Tommaso SalmeriCerco con lo sguardo il mio passato,di quel tacito loco a me sì caro,ove ancor odo il profumo della mia infanzia.Come dimenticare i tanti ricordiche, come mosaici, si convogliano nellamia mente.E’ dentro di me quell’angolo di terra,suprema forma, posto tra le verdicolline e il solfeggiare del mare.Ancor oggi odo il risuono di quelleconcitate voci, in cui l’eco inondava,scorrendo a fil dell’acqua, per poiinfrangersi per tutta l’odorosaterra d’Angonia.Quelle voci conducono i miei pensieriad altri tempi, quando gli agilipescatori formavano il ponte dibarche, a completar la mitica mattanza.Epilogo della lenta agonia dellapreda era la camera della morte,ove l’acqua tinta di rosso,schiumava tra le maglie delle reti.Solenni gesti di una viltàappagata in questa civiltà ovevige la legge della sopravvivenza.Al calar del sole, la luccicantestriscia di luce accarezzava leonde del mare e scemava verso l’imbrunire.I pescatori levavano le reti ecol volto affranto di faticaelevavano una nenia di preghiera,e a passi lenti ritornavanoalle loro dimore.


Pubblicato da rocco amato

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