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Disastro ambientale o sociale di Nicolò Schepis




di Nicola Schepis
Esistono due tipologie di disastri, il primo è più semplice evidenziarlo (disastro ambientale), il secondo è più subdolo, si tratta della morte della coscienza collettiva, ma anche individuale. Le due istanze sono profondamente correlate, l’una implica la seconda e la seconda implica la prima.i trovarci d’innanzi alla prepotenza, alla scorrettezza imperante, all’ arroganza, alla cattiveria, al narcisismo prevaricante. 
Ci accorgiamo di una totale ossessività del corpo, di un femminile oggettuale mercificato, di un maschile grezzo, violento, insostenibile ed assurdo.
Vediamo un’orda giovanile perduta, ossessionata da una bellezza fatiscente, omologata, priva di valori, di significati, sempre più altera, negletta, sprezzante, direi insostenibile. Facciamo un passo indietro ed andiamo nelle scuole primarie e nelle prime classi delle secondarie di primo grado, ci accorgiamo subito di tanti bambini con i loro problemi, ma disposti ad ascoltare, a recepire, a seguire. Strano, sembra una contraddizione in itinere, ma c’è da chiedersi perché si trasformeranno presto in una realtà disgustosa? Perché, perchè, perchè sono educati da noi adulti a trasformarsi in fotocopie, condannati a morire, siamo noi che li obblighiamo a spegnersi attraverso la nostra differenza, stupidità, insolenza ed inezia.
Diversi imbecilli rideranno delle mie parole, ma sogghignano perché il loro livello di presunzione, di arroganza e di narcisismo patologico non gli permette di leggere con attenzione queste mie parole.
I nostri giovani si perdono progressivamente, diventano repentinamente dipendenti dai video, dai pensieri più sciatti e insulsi, dalle frasi ripetitive della chat, dall’alcol e dalla cannabis, sino a farsi regalare dai loro genitori oltre i soliti oggetti feticci ( oggetti che sostituiscono la relazione filiale) i interventi di chirurgia estetica, alcuni si ammalano di anoressia, altri diventano bordeline ( nevrosi marginale di confine con la psicosi).
Buona parte di loro presenta un livello di ansia alto, un livello di attenzione problematico, difficoltà di autoregolare i comportamenti, impulsività e compulsività dipendente.
Lo sapete che in Italia, in questo squallido paese, una donna ogni quattro giorni viene uccisa da un uomo? Non facciamo moda del femminicidio o peggio spettacolo, non riempiamoci la bocca, ma cerchiamo di capire perché? 
Domandiamoci perché si sono fottute le relazioni umane. Poniamoci questa domanda.
Molti uomini che restano apparentemente indignati da questi eventi sono i primi che quando vedono una donna per strada abbastanza carina dicono: "guarda che pezzo di f …." Come potete constatare considerano la donna come un oggetto da vetrina o peggio ancora un oggetto di piacere. Ma anche molte donne assumono ruoli di questo tipo, pensano tanto al loro corpo che si dimenticano persino dei loro figli.
Mi rivolgo alle minoranze, non ai prevaricatori aggressivi o ai narcisisti patologici, ma alle persone umili; rendiamoci conto che stiamo vivendo un disastro sociale senza limite. In questa pagina dove tutto è un gioco, dove tutto scorre e si bagna di nulla o quasi, non è semplice scrivere seriamente. 
Mi piacerebbe vedere o assistere ad una notte bianca diversa, una notte bianca non finanziata dalla raffineria, né la vera notte bianca di Milazzo, quella della raffineria, ma una notte bianca dove nelle prime ore i bambini riempiono le piazze insieme ad educatori volontari i quali raccontano delle fiabe, ed i bambini costruiscono dei mosaici, cantano filastrocche e canzoni d’autore. E dopo narratori, attori di teatro, gente che legge poesie per le strade, che racconta, gente che dipinge, violinisti arpisti vicini alla gente. Ma in questa notte bianca non ci sarebbe quasi nessuno, perché non c’è più un popolo, ma un ammasso sciapo di persone, perché buona parte della gente ama solo la melma.


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